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. . . – – – . . . /. . . – – – . . . /. . . – – – . . . / . . . – – – . . . , questo il segnale che veniva freneticamente e disperatamente lanciato da bordo di una nave, verso l’ignoto.

Nel gergo “Morse” il segnale di S.O.S. tre punti tre linee tre punti, è il segnale di richiesta di soccorso che viene lanciato via radio da navi o aerei in difficoltà, nella speranza che qualcuno lo capti e vada finalmente in loro soccorso.
La storia della “ESPERANZA”, questo il nome della nave in difficoltà, è una storia drammaticamente incredibile, ma vera.

Costruita da un potentissimo armatore, la “ESPERANZA” è stata la più grande nave di tutti i tempi (il Titanic a confronto era poco più di un salvagente). Questa nave era stata costruita con lo scopo di trasferire tutti gli abitanti residenti nella località dove la nave venne costruita, in un luogo paradisiaco e di indescrivibile bellezza, che solo l’armatore conosceva.

Certo, anche il luogo dove vivevano era piacevolissimo, ma l’armatore, che era anche padrone delle terre dove sorgeva questa località, desiderava che i suoi ospiti avessero il meglio nel senso più assoluto della parola.

La nave era bellissima, superba, equipaggiata di tutto punto per compiere un lunghissimo viaggio, che non sarebbe stato affatto faticoso; sarebbe stata, anzi, un’esperienza favolosa per tutti i passeggeri; i quali una volta giunti alla meta avrebbero visto questa loro favola giungere ad un epilogo ancor più favoloso in un luogo di inenarrabile bellezza.

Arrivò il giorno della partenza; l’armatore e comandante della nave, dopo aver dato le ultime disposizioni ai passeggeri, salpò, e la “ESPERANZA” con tutto il suo carico di umanità festante, pian piano scomparve all’orizzonte.

Tutto procedeva per il meglio, il viaggio proseguiva sulla rotta impostata dal comandante, il mare era sempre calmo, e non c’era nulla che lasciasse presagire qualcosa di spiacevole; purtroppo però….. una immane catastrofe stava per abbattersi sulla “ESPERANZA” la quale di li a poco sarebbe piombata in un abisso di follia senza rimedio.

Un bel, anzi, un pessimo giorno, infatti, cominciò a circolare voce tra i passeggeri, che il “primo passeggero”, così veniva chiamato il rappresentante dei passeggeri a cui tutti facevano capo, in un delirio di onnipotenza, aveva complottato contro il comandante della nave e lo aveva destituito, assumendo lui il controllo della “ESPERANZA”. Il “primo passeggero”, che non aveva nessuna idea circa la rotta da seguire per raggiungere la destinazione finale, portò alla deriva la “ESPERANZA” che non fece mai più ritorno sulla giusta rotta.

La “ESPERANZA” così, abbandonate le acque tranquille nelle quali il comandante legittimo con perizia l’aveva diretta, fu presto avvolta da una cupa nebbia e fu costretta ad affrontare le violente e paurose tempeste del mare aperto che decimarono i passeggeri.

Questo stato di cose produsse a bordo una tale confusione, mista a disperazione, che fece precipitare la gran parte dei passeggeri in una schizofrenica realtà parallela dove tutti erano convinti che il viaggio stesse proseguendo nel migliore dei modi, e che si stesse progredendo verso la meta originaria.

Intanto al comando della nave si alternavano continuamente degli uomini, ognuno dei quali sembrava avere a portata di mano una geniale soluzione per tirare la nave fuori da quella drammatica situazione, ed invece la “ESPERANZA” veniva sempre più spinta verso la desolazione.

Intanto il comandante, imprigionato sulla nave, era stato dimenticato da tutti e nessuno si preoccupava di cercare il suo consiglio, fatta eccezione per alcuni passeggeri, che grazie all’incessante tentativo del vero comandante di mettersi in contatto con loro, lo avevano ritrovato.

A loro, il vero comandante comunicò il piano per fermare quella follia e per salvare il maggior numero di passeggeri. Essi, quindi, si affannarono a comunicare a tutti, che a bordo c’era il vero comandante, e che senza di lui non c’era nessuna possibilità di riportare la “ESPERANZA” sulla giusta rotta; ma venivano presi per pazzi, derisi, ed a volte addirittura uccisi. Per questa ragione, per molti passeggeri, non ci fu nulla da fare. Morirono in tanti.

Della “ESPERANZA” si dice che ancora vaghi alla deriva negli oceani del tempo con il suo carico di umanità sofferente. Partita nella notte dei tempi alla volta di una meta meravigliosa è piombata invece nella disperazione.

A questo punto devo raccontarvi cosa mi è accaduto un giorno; ma, vi prego, non prendetemi per visionario; io……..devo dirvi la verità……….. quella nave l’ho vista; ed al vederla la mia anima si è pietrificata.

L’ho vista con il suo carico di morte, un giorno mentre ero seduto in un luogo dove si raccontava la sua storia; proprio come io oggi la sto raccontando a voi, ad un tratto ho visto una nube fittissima, e man mano che ascoltavo questa storia incredibile, un po’ alla volta, vedevo venir fuori dalla nube una nave immensa, a perdita d’occhio, era proprio la “ESPERANZA” che in un silenzio assordante mi passava davanti. Continuavo ad ascoltare la sua storia, quando sento una voce venire dalla nave che mi chiama per nome, io penso… …non è possibile che stiano chiamando me, ed invece era proprio me che cercavano; era il comandante vero della nave, che mi chiedeva di rinsavire,…. io… io… risposi, cosa c’entro io? “Chiunque su questa nave c’entra”, mi rispose il comandante; cosaaaa?

Insomma, in quel giorno feci una scoperta sconcertante, scoprii che io ero tra i passeggeri della “ESPERANZA” ; ero tra i folli che avevano perso coscienza, e che in quel momento, per grazia, ero stato ricondotto alla ragione.

La storia della “ESPERANZA” è la storia della nostra bella Terra, popolata di folli che credono che tutto vada bene e che possono fare a meno del loro legittimo Comandante, Dio, il Creatore di tutte le cose.

Guardati attentamente intorno e scoprirai di essere uno dei passeggeri perduti dell’ “ESPERANZA”, la tua anima sta andando alla deriva senza che all’orizzonte appaia una qualche minima possibilità di salvezza. Apri bene le orecchie, ascolta attentamente con il tuo cuore, qualcuno sta pronunciando il tuo nome, è Dio che ti sta chiedendo di ritornare da Lui.

Dio ti ha lasciato una lettera d’amore ed una mappa, la Bibbia, attraverso la quale Lui si vuol far conoscere da te, non perdere altro tempo, leggila con tutto il cuore, Lui si rivelerà, e tu potrai incontrarlo, e farai la più straordinaria esperienza che un essere umano possa immaginare di fare, e salverai la tua anima.

“Oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori”
(Lettera di san Paolo agli Ebrei capitolo 3:7-8)

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