Un uomo in punto di morte  che trova l’eternità

Due persone si incontrano in quello che è il momento più buio della loro esistenza terrena, la morte. Una di queste persone è Gesù, l’altro è uno dei due ladroni che furono crocifissi con lui. Fu un incontro speciale in cui, proprio li dove ormai tutto sembra perso, ecco spunta una nuova speranza di vita…eterna!!!

Testo base: Luca capitolo 23 versetti 32- 47
32 Or due altri, due malfattori, eran menati con lui per esser fatti morire.
 33 E quando furon giunti al luogo detto «il Teschio», crocifissero quivi lui e i malfattori, l’uno a destra e l’altro a sinistra.
 34 E Gesù diceva: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. Poi, fatte delle parti delle sue vesti, trassero a sorte.
 35 E il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si facean beffe di lui, dicendo: Ha salvato altri, salvi se stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!
 36 E i soldati pure lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo:
 37 Se tu sei il re de’ Giudei, salva te stesso!
 38 E v’era anche questa iscrizione sopra il suo capo: QUESTO È IL RE DEI GIUDEI.
 39 E uno de’ malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: Non se’ tu il Cristo? Salva te stesso e noi!
 40 Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava e diceva: Non hai tu nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?
 41 E per noi è cosa giusta, perché riceviamo la condegna pena de’ nostri fatti, ma questi non ha fatto nulla di male.
 42 E diceva: Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno!
 43 E Gesù gli disse: Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso.
 44 Ora era circa l’ora sesta, e si fecero tenebre per tutto il paese, fino all’ora nona, essendosi oscurato il sole.
45 La cortina del tempio si squarciò pel mezzo.
46 E Gesù, gridando con gran voce, disse: Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio. E detto questo spirò.
47 E il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Iddio dicendo: Veramente, quest’uomo era giusto.
 
Questo con il ladrone, è l’ultimo incontro che Gesù ebbe con una persona prima della sua morte. A lui Gesù rivolse le sue ultime parole, parole straordinarie di vita.
 
È incredibile la scia di salvezza che Gesù lasciava dietro di se. A causa sua fu liberato Barabba; fu salvato il ladrone, come vedremo; ancora fu salvato il centurione e chissà quanti altri ancora che se ne tornavano dallo “spettacolo” della crocifissione, battendosi il petto; ma ancora fu a causa sua che Pilato ed Erode divennero amici mentre prima si odiavano.
 
Mentre era sulla croce come se non bastasse, Gesù ancora chiedeva perdono per coloro che lo avevano crocifisso, chiedendo a Dio di non imputare loro questo peccato. Gesù, insomma, era davvero una persona fuori dal normale.
 
Ma veniamo al nostro brano. Il ladrone è un’altra chiara figura dell’intera umanità che è sulla croce causa il suo peccato. A causa della sua malvagità il ladrone è stato crocifisso, come anche l’uomo a causa del suo peccato, della sua malvagità, è condannato a soffrire.
 
Romani 3:23 e 6:23 ci ricordano, infatti, che la condizione spirituale dell’intera umanità è esattamente come la condizione fisica del ladrone sulla croce. Il peccato, non importa quanto grave o meno esso sia, è sufficiente a decretare la condanna a morte della nostra anima, ossia, la separazione eterna da Dio. Il ladrone è un uomo in punto di morte.

Il ladrone ha giusto il tempo di fare alcune poche riflessioni sulla propria vita, su come l’ha sprecata. Vediamo però che, certo ormai della sua prossima morte, non cerca attenuanti o scuse, ma ammette che (vrs.41) “per noi è cosa giusta ricevendo la condegna pena…”.
 
Il ladrone aveva pochi minuti ancora per risolvere la sua situazione con Dio, per fare pace con Lui, forse gli stessi che abbiamo noi, infatti, chi di noi conosce l’ora della propria partenza da questo mondo? L’uomo vive in perenne punto di morte, e se non avrà salvata la sua anima mentr’è ancora in vita, questo sarà un brutto guaio, perché non potrà farlo più.
 
Vediamo, però, che nel cuore del ladrone, qualcosa comincia a cambiare:
Ha intanto riconosciuto di essere un peccatore e che come tale era giusta la pena che portava. Voglia Dio che tutti gli uomini giungano alle stesse conclusioni, facendo la stessa confessione di quest’uomo in punto di morte. Una confessione senza difese, senza scuse, senza attenuanti. Pochi minuti prima, anche lui insultava Gesù (Marco 16:32), ora non più.

Sta cominciando a riflettere seriamente su chi era davvero quest’uomo che moriva accanto a lui. Vide sulla sua testa coronata di spine uno scritto “Questo è il re dei Giudei”. Possibile che fosse proprio un re? Forse ricordava che gli ebrei aspettavano da secoli un re, il messia; ma non sarebbe stato facile riconoscerlo. La profezia circa il messia si chiude con “L’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti” (Isaia 53:5-6). Cosa vorrà mai dire?

Ancora, il ladrone ha ascoltato le parole strane di Gesù, perché dette in un momento di supplizio “Padre perdona loro ….”; le poteva dire un uomo qualunque?
 
Il ladrone ha sentito anche dire “Ha salvato altri …..” . Forse ricordava che Gesù aveva dato da mangiare agli affamati; aveva guarito decine e decine di ammalati; aveva perfino risuscitato dei morti; aveva anche detto “i tuoi peccatiti sono rimessi”; che fosse veramente il figlio di Dio.
 
Capì che Gesù non era lì per i propri peccati ma che era innocente. “non ha fatto nulla di male” perciò sgridò il compagno.
 
Aveva cominciato ad avere timore di Dio “non hai tu timore neanche di Dio?”. Con queste parole, dichiara il suo timore per Dio, e che Dio lo vedeva in quell’uomo che moriva loro accanto.
 
Ha questo punto il ladrone ha capito che Gesù era veramente quello che diceva di essere – il figlio di Dio. Ha capito che lì sulla croce non stava avvenendo il fallimento di Gesù, ma qualcosa di grandioso che forse non riusciva a comprendere pienamente. Era certo, però, che Gesù non finiva lì e che, anzi, poteva fare per lui qualcosa di straordinario e così…
 
Crede in Gesù e nella possibilità di essere salvato. “Ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno” . E’ nata in lui la fede che lo porta credere nell’esistenza della vita dopo la morte fisica e che Gesù aveva il potere di dare questa vita anche a lui, bastava chiederglielo. È triste dover ammettere che il ladrone aveva più fede di quanta non ne abbia la maggior parte dei cosiddetti cristiani di oggi.
 
Ma vediamo come finisce questo, toccante, ultimo colloquio di Gesù con un uomo, nel quale vogliamo vederci anche tutti noi.
 
Non finisce con un triste addio com’è consuetudine ad un funerale, ma con un meraviglioso arrivederci “Io ti dico in verità che OGGI TU SARAI CON ME IN PARADISO”. Queste sono le ultime parole di Gesù con le quali saluta l’umanità. Sono parole di speranza sempre valide, anche oggi.

Chiunque crede in Gesù ha il diritto di essere con Cristo in paradiso “Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non ha la vita. Io v’ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliuol di Dio (1^ Giovanni 5:12-13). Il ladrone l’ha fatto e senz’altro, in quello stesso giorno, come promesso da Gesù, ha incontrato il suo Salvatore e Signore.
 
È arrivato giusto in tempo alla salvezza, ancora un po’ e avrebbe condiviso la più terribile delle conseguenze del peccato, la morte spirituale ed eterna.
 
Oggi, in questo giorno, in giro per il mondo, ci sono tante persone che sono giuste in tempo. Molti non lo sanno che non arriveranno a domani, e che domani sarà per loro troppo tardi; quindi OGGI, ADESSO è per loro il momento giusto per fare ciò che il ladrone ha fatto 2000 anni fa: 
 
– Riconoscere e confessare il proprio stato di peccatori davanti a Dio;
 
– Riconoscere in Gesù il figlio di Dio che può liberare dal peccato e dare nuova vita;
 
– Accogliere Gesù come proprio Signore al quale essere sottomessi;
 
– E avendo timore e rispetto di Lui, chiedere: “Signore ricordati di me” cioè, Signore dammi la vita, non quella terrena che ho perso per la mia malvagità, ma quella nel tuo regno, con te.
 
Chiunque, oggi, percorre la stessa strada dell’ex ladrone, anche oggi, adesso, proprio in questo momento, può fare sua anche la risposta di Gesù “Oggi, tu sarai con me in paradiso”.
 
Finalmente, il nostro Signore e Creatore che abbiamo offeso e calpestato per tutta una vita, vede tornare a casa le sue amate creature. Che felicità per Dio, e che felicità per noi che siamo scampati da un così grandissimo pericolo.

Oggi, Dio, vedrà tornare qualcuno di noi?

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